
Ieri ho fatto l’ultima replica di questo anno strano. Ho fatto pochissime repliche rispetto agli anni passati. Però me le ricordo quasi tutte. La prima dell’anno è stata il 15 giugno. A Milano, “Nazieuropa”. Non facevo spettacolo da mesi. Alla fine ero distrutto, come se avessi fatto una maratona. Per molti miei colleghi è stato lo stesso. Avevamo tutti paura di riprendere, di fare la prima replica dopo mesi e mesi di stop. Poi è venuta Bologna, con “La spremuta”, e poi Casa Respiro, dove quei matti mi avevano chiesto di fare quattro spettacoli diversi in due weekend. “La spremuta”, “Welcome”, “Nazieuropa” e un’anteprima de “Il monsone”, dove alcune cose sono andate storte, ma intanto lo spettacolo era lì. Poi altre date fino ad arrivare al debutto di quel diavolo di monsone. A Milano, sei repliche, a Campo Teatrale. Dopo un anno e mezzo di lavoro, eccolo lì, “Il monsone”.
L’aggiornamento che posso dare ora è che arriverà spero entro fine anno una locandina dello spettacolo meravigliosa, disegnata da un’artista indiana bravissima (https://www.instagram.com/crayon_cruncher/). A breve spero di pubblicare anche il trailer dello spettacolo, perché non è che posso confidare solo in chi lo spettacolo lo compra sulla fiducia. Ché la fiducia ci piace, ma ci piace anche mostrare cosa ha prodotto tutto questo lavoro. In questo anno così strano, con pochi treni, tante speranze, tantissimo amore, e un futuro che lì, a portata di mano. Perciò questo è il mio augurio. Che tutte le promesse che ci siamo fatti o ci hanno fatto, arrivino a destinazione. Che l’amore e il lavoro trovino la strada. Come dice il saggio: salud, dinero y amor para todos!
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